Con l’avvicinarsi dell’estate, la fine della scuola e gli orari che cambiano, arriva la preoccupazione di perdere l’abitudine alla pratica che nel corso dell’anno si è provato a consolidare. Ecco quattro suggerimenti che ho trovato utili nel mio percorso.
Trovare uno study-buddy
Lo study-buddy è letteralmente un compagno di studio. Alcuni corsi che ho frequentato consigliano di avere un compagno di studio con cui confrontarsi regolarmente. In passato ho sempre ignorato questa possibilità. Ma da quasi due anni ogni mese ho un incontro online con Jerry, il mio study-buddy con cui ho la possibilità di parlare della pratica, delle tematiche di studio di Dharma a cui entrambi siamo dedicati. Jerry ha 70 anni e vive a Napa in California. Entrambi seguiamo un lungo percorso di studio e pratica e avere un appuntamento regolare ci incoraggia a essere costanti nello studio e a confrontarci sulla nostra pratica. Ecco alcuni suggerimenti se pensiamo di trovare un compagno di pratica:
- Essere regolari: proviamo a programmare un appuntamento regolarmente.
- Anche quando sembra di non avere nulla di cui parlare, trasformiamo la conversazione informali in un’occasione di pratica. Quindi usiamo quel momento per domandarci sinceramente “Come stai?”. Ascoltiamo attivamente con curiosità e gentilezza. Proviamo a sospendere il giudizio e non darci consigli.
- Di cosa parlare? Intanto possiamo confrontarci sulla nostra pratica e anche sulle difficoltà che stiamo trovando. Possiamo rivedere alcuni degli insegnamenti che stiamo affrontando con il gruppo di pratica, con l’insegnante in modo che non restino teorie lontane da noi, ma insegnamenti pratici che riguardano la vita. Possono essere utili le domande proposte in Stare con la domanda, come stimolo alla conversazione e la contemplazione.
- Possiamo scegliere un libro da leggere in autonomia e su cui confrontarsi.
Leggere libri di Mindfulness
Non c’è dubbio che è un altro modo semplice e arricchente è quello di approfondire la nostra pratica attraverso la lettura di libri. Le possibilità sono davvero infinite, non appena inizieremo a leggere scopriremo che c’è qualche altro maestro da conoscere, una tradizione che vorremmo approfondire, un insegnamento che non abbiamo ben compreso. Per questo piuttosto che suggerire una bibliografia precisa o esaustiva, posso condividere solo alcuni spunti da cui iniziare:
- Per chi ha completato il percorso MBSR trovo sempre utile leggere tutti i libri di Jon Kabat Zinn e anche Guarisci te stesso di Saki Santorelli, che in qualche modo a ripercorre le otto settimane del percorso e mantengono un approccio secolare.
- Per approfondire la pratica di consapevolezza contestualizzandola il suo lignaggio originario è utile iniziare da La pratica della consapevolezza in parole semplici di Henepola Gunaratana.
- In Italia, tra gli insegnanti più autorevoli c’è Corrado Pensa che ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione della tradizione buddhista in Italia. Corrado con la moglie Neva Papachristou da anni si dedicando instancabilmente alla diffusione di questi insegnamenti anche attraverso i tanti libri che hanno scritto. Sono veramente tanti, ma volendo scegliere suggerisco: Il silenzio tra due onde, e Dare il cuore a ciò che conta.
- Mi piace poi ricordare i primi libri con cui mi sono confrontata, quelli della maestra zen Charlotte Joko Beck e poi di Ezra Bayda. Ancora oggi a distanza di anni, trovo negli insegnamenti zen una grande ricchezza e risonanza.
Nota bene: leggere libri di meditazione non sostituisce la nostra meditazione. Così come comprare tutta l’attrezzatura da corsa non può sostituirsi il mettersi le scarpe e iniziare a correre.
Tenere un diario
Quando diventa difficile prendersi un tempo di pratica trovo altrettanto utile provare a tenere un diario, non serve scrivere intere pagine sul nostro mondo interiore, quanto piuttosto di tanto in tanto domandarci come sto? È un modo per regalarci quello che in meditazione chiamiamo un mindful check-in. Possiamo annotare in modo anche abbastanza schematico: qual è il nostro stato d’animo? Quali pensieri ci attraversano? Come sta il nostro corpo? Allo stesso modo possiamo prendere nota ogni giorno di almeno un momento piacevole della giornata, e anche notare un momento difficile. Può essere un modo per non perderci di vista, per restare a contatto con noi stessi e con il nostro mondo interiore. Mia suocera teneva un diario che in realtà era semplicemente l’agenda di casa e solo annotava una cosa che era successa nella giornata. Era un modo probabilmente per tenere traccia della preziosità di quel giorno, affinché non passasse inosservato.
Prendersi cura del proprio angolo di meditazione
Uno dei consigli che viene offerto frequentemente è quello di scegliere un angolo della casa, della nostra stanza da dedicare alla meditazione. Avere uno spazio della meditazione, ci ricorda ancora e ancora che possiamo fermarci e ci invita a tornare a noi stessi. Allora, un’idea è quella di prenderci attivamente cura di quell’angolo della meditazione in modo che resti vivo. Magari possiamo costruire un nostro piccolo altare, e prendercene cura magari mettendo una pianta e curandola ogni giorno, spolverandolo, tenendolo in ordine e amando quel momento che in definitiva sta curando quel santuario interiore che non ci abbandona mai.
Mi auguro quindi che questi piccoli suggerimenti possano accompagnare la vostra estate e possano magari diventare un supporto anche per i mesi successivi.