3 Abitudini per sentirsi in Ritiro anche a casa.
Sono appena tornata da un ritiro di mindfulness di una settimana. Spesso mi sento dire: “ma non sei già andata? perchè continui a partecipare a ritiri?”
Ci sono infinite ragioni per concedersi questo tempo: concedersi una pausa, prendersi cura di una sofferenza che necessita della nostra attenzione, dedicarsi a un periodo continuato di pratica, avvicinarsi alla mindfulness. Anche abbandonare per un po’ le etichette che più o meno consapevolmente abbiamo nella nostra vita: essere madre, padre, figlia, moglie, marito, amico, professionista sempre disponibile. A un certo punto non c’è cosa più importante che dedicarsi del tempo per conoscere, per fare pace, per trovare alcune risposte, per formulare nuove domande.
Mi sono chiesta cosa potrei introdurre nella settimana per creare maggiore spazio nelle giornate piene, quali abitudini possono dilatare il tempo in modo che il corpo e la mente trovino uno spazio in cui riposare. Eccone tre:
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Concedermi una pausa, magari il tempo di un tè, di una tisana seduta davanti una finestra, magari sempre la stessa finestra che non necessariamente deve avere una vista spettavolare. Piuttosto aiutarci a creare un abitudine, un appuntamento con noi stessi, per prendere posto senza distrazioni, in modo da aprirci veramente alla vita che ci circonda e fare qualche scoperta.
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Concedersi una passeggiata quando la città dorme. Svegliarsi magari prima dell’alba per una breve passeggiata e assaporare il silenzio da cui emergeranno i primi suoni, riconoscerli come il manifestarsi della vita, di quel momento unico e irripetibile. Dedicarsi questo tempo esclusivo vuol dire mettere se stessi al primo posto, prima del lavoro, prima di svegliare la famiglia. Nel corso della giornata ritornare col pensiero a quel momento, quello spazio, e provare a riconoscere la presenza del silenzio dietro tutti i suoni.
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Concedersi del tempo in silenzio. Scegliere il silenzio, non subirlo, scegliere di spegnere il telefono, la televisione, la radio, il cellulare, mettere da parte il libro e qualsiasi distrazioni per dedicarmi esclusivamente a essere presente a quello che sto facedo. Aprirmi in modo totale alla preparazione della colazione per esempio, gustarla lentamente, mettere in ordine dopo senza distrazioni. Mi viene in mente mio marito Valerio che quando mette a posto i piatti dopo cena dice “questa è la mia meditazione”.
Possiamo ritagliarci questi brevi momenti, magari stabilendo nuove abitudini, per esempio non accendere il telefono per la prima ora del giorno, oppure concedersi la colazione in silenzio senza distrazioni. Magari scoprire come questa rinuncia, piuttosto che farci sentire indietro rispetto la nostra agenda possa invece regalarci piccoli momenti di insolita spaziosità che ci permettono di vivere le nostre giornate al meglio delle nostre possibilità.
Chiudo con una di poesia di Marta Postlethwaite che racconta la necessità di creare il vuoto intorno a noi, e in questo spazio imparare a ritrovarci a riconoscere una musica che è solo nostra, che ci permette di essere presenti agli altri in modo autentico.
Non cercare di servire
il mondo intero
o fare qualcosa di grandioso.
Invece, crea
una radura
nella fitta foresta
della tua vita
e aspetta lì
pazientemente,
fino alla canzone
che solo tu puoi cantare
lascia che cada tra le tue mani aperte e che tu la riconosca e la saluti.
Solo allora lo saprai
come darti
al mondo
così degno di essere salvato.